In questa guida spieghiamo come eliminare le tarme.
Così sono chiamate numerose specie di insetti lepidotteri di piccole dimensioni e dalla linea modesta. Localmente denominate tignole, sono la disperazione di ogni massaia e il flagello divoratore non solo della lana ma anche di pellicce, piume. crine e cotone. Snobbano unicamente i tessuti artificiali e sintetici purché lo siano al 100%; altrimenti, se misti con la lana, non disdegnano neppure questi. E non basta: vi sono anche le tarme della farina, delle derrate alimentari in genere e perfino le tarme della cera (se la vanno a mangiare anche alla fonte, cioè direttamente nei favi). Ma le vere nemiche non sono quelle a cui siamo solite dare una caccia accanita con grande schioccare di manate, perché le incaute farfalline sono gli innocui maschi. Il pericolo autentico è rappresentato dalle femmine che se ne stanno ben nascoste, dato che per loro natura rifuggono la luce, e dalle larve, minuscoli vermetti bianchi con la testa scura, che sì annidano subdolamente nei nostri indumenti e in tutto quanto è per loro commestibile.
Scoprite che hanno infestato, letteralmente, la casa? Allora rivolgetevi a un’impresa specializzata nelle disinfestazioni. Per forte che sia la spesa, sarà comunque molto inferiore ai danni dei malefici insetti. Oppure giurereste che in casa vostra non ve ne sono, ma notate che indumenti, imbottiture, tappezzerie e tappeti di lana appaiono inesplicabilmente logorati nei punti più impensabili o altrettanto inesplicabilmente bucati peggio di un colabrodo? Segni infallibili che le tarme, o per meglio dire le larve, ci sono; eccome. Correte ai ripari, e presto, senza perdere un minuto.
Finora non avete mai scoperto traccia di tarme e del loro appetito? Be, diffidatene lo stesso e adottate le misure preventive contro futuri e probabili pericoli.
In primo luogo non crediate che sia sufficiente scatenare la guerra antitarme soltanto durante i primi mesi caldi e che per il resto dell’anno si possa concludere l’armistizio con questi insidiosi avversari: ormai, con il riscaldamento che incomincia ai primi freddi e continua fino a primavera piuttosto avanzata, sono presenti e attive dodici mesi su dodici.
Le armi migliori per debellarle? Innanzi tutto una rigorosa pulizia. Tappeti e pavimenti, passati frequentemente con l’aspirapolvere fin negli angoli più riposti, non costituiranno ricettacoli di polvere che per le tarme sono un vero e proprio terreno di coltura. Non dimenticate mai in giro — nel ripostiglio o nel cesto dei ritagli di stoffa utili forse un giorno o in qualsiasi altra parte — vecchie maglie, resti di matasse di lana e simili. Riponete gli indumenti soltanto dopo averli spazzolati, smacchiati e lavati o, cosa migliore, fatti pulire a secco. Distruggerete così le larve che già vi si fossero annidate, tenendo presente, però, che queste non saranno ancora le misure atte a garantirvi da invasioni future. Per questo è necessario sottoporli a un trattamento specificamente tarmicida, che vi illustreremo in seguito. Oltre che dalle tarme, i tappeti e le pellicce sono attaccati anche dall’antreno, un insetto appartenente a tutt’altra famiglia, quella dei dermestidi, ma altrettanto vorace e che provoca gli stessi danni. Nella scelta dell’insetticida occorre tenere presente che non tutti sono ugualmente efficaci contro le due specie di insetti: per cui nell’acquisto accertarsi che li stermini entrambi.
In ogni modo, se sospettate la presenza di tarme o di antreni, affrettatevi a spruzzare un insetticida di contatto o un diazocomposto, in tutti i posti in cui si potrebbero annidare: lungo gli orli delle moquette da parete a parete, dietro i radiatori, lungo i battiscopa e gli infissi in legno, negli angoli e nei punti più difficili da raggiungere con la scopa o con l’aspirapolvere. Levate gli indumenti dagli armadi e spruzzate con l’insetticida gli angoli, i ripiani, le estremità delle sbarre reggi-grucce e le eventuali fessure che si fossero aperte nel legno.
Questi spray di contatto sono ad azione prolungata, perché lasciano un residuo tossico. Perciò non applicateli mai direttamente sugli indumenti o sulle coperte.
Compiuto questo primo passo, accingetevi al secondo, per salvaguardare i capi di lana.
Indice
Abiti, indumenti e coperte
Si proteggono spruzzandoli con un insetticida efficace. Stendeteli, se possibile, su una corda e spruzzateli, senza inzupparli, ma badando che si inumidiscano uniformemente. Se esagerate nella dose non vi preoccupate: una volta asciutti li troverete coperti da una leggera infarinatura bianca, che di solito scompare con una buona spazzolata, ma se il di solito non funzionasse, dovrete farli pulire a secco. Riponeteli solo quando sono perfettamente asciutti.
Molte tintorie provvedono, oltre che alla pulitura, anche al loro trattamento antitarmico. Se volete cimentarvi in casa in questa operazione, fate così: mescolate 30 g di fluorosilicato di sodio con circa 10 g di detersivo neutro, aggiungete 4 1 scarsi di acqua tiepida, rimescolate ben bene il tutto e quindi immergete nella soluzione i capi già lavati, lasciandoveli a bagno 10-15 minuti. Strizzateli leggermente per eliminare l’eccesso di acqua e fateli asciugare.
Gli indumenti, le coperte e tutto ciò che è di lana, una volta lavati e riposti, in attesa della prossima stagione, in un armadio, o nei cassetti, o negli scatoloni, saranno al sicuro dalle tarme se li proteggerete con i cristalli del paradiclorobenzene, o con le scaglie o le palline di naftalina oppure con la canfora — preferibile alla naftalina dacché il suo odore, pur penetrante, è assai più gradevole (senza contare che a detta di taluni esperti di chimica, l’efficacia della naftalina come tarmicida sarebbe una voce infondata). I cristalli di paradiclorobenzene (in certe confezioni sono profumati) non sono igroscopici (cioè non assorbono l’umidità e quindi non si sciolgono) e l’odore scompare rapidamente dagli indumenti che ne sono stati in contatto. Se usate questo prodotto, fate attenzione a non appendere gli abiti alle grucce di plastica, perché a volte l’ammorbidisce, come ammorbidisce i bottoni di plastica chiara trasparente e la stoffa assorbendola potrebbe presentare macchie rigide al tatto e lucenti.
Detto che cosa adoperare, passiamo al come si possono spargere i cristalli tarmicidi: direttamente sugli indumenti o riempendo un sacchetto di tela sottile da appendere nell’armadio o collocandoli all’interno di un contenitore aperto o forato da mettere sul ripiano più alto dell’armadio. Se riponete gli indumenti coricati in un cassetto, o in uno scatolone, spargete i cristalli fra due fogli di carta velina con cui separerete l’uno dall’altro gli indumenti (maglie, sciarpe, ecc.) evitando così il loro contatto diretto con i cristalli. Ciò che conta soprattutto è di adoperarli generosamente e di lasciare chiuso l’armadio o il cassetto o quello che sia, in attesa di riaprirlo definitivamente al ritorno dei primi freddi.
Con le coperte, che date le dimensioni vanno riposte in molteplici ripiegature su se stesse, fate così; spargete i cristalli fra piega e piega; poi, quando le avete ridotte alla misura voluta, avvolgetele in un foglio di carta, fissandone i lembi con nastro adesivo e… anche questa è fatta. Se le riponete nei sacchi antitarme, ricordate che non servirebbero a niente se trascuraste di pulirle — prima d’infilarvele dentro — e di trattarle come vi abbiamo consigliato.
Feltri
Se avete un pianoforte, ricordate che anche i feltri che ricoprono i martelletti sono cibo gradito alle tarme e all’antreno. Gli insetticidi da usare sono gli stessi che vanno bene per gli indumenti, però non arrischiatevi ad applicarli da sole (potreste danneggiare altre parti dello strumento): affidate l’incombenza all’accordatore.
Imbottiture di lana
I mobili imbottiti e i cuscini vanno spazzolati a fondo, a mano o con l’apposita bocchetta dell’aspirapolvere, e quindi spruzzati con uno dei tarmicidi indicati per gli indumenti. State attente a che nessuno sieda o vi si appoggi prima che siano asciuttissimi. E occhi aperti soprattutto se avete l’abitudine di proteggere poltrone e divani con una fodera. Le spruzzate di insetticidi valgono solo come sistema di difesa preventiva; infatti se le tarme avessero già preso dimora nelle imbottiture, nei materassi, nei guanciali e nei cuscini, sarebbero rimedi totalmente inutili e non vi rimarrebbero che due soluzioni: scartare quanto è stato ormai invaso, oppure chiamare in soccorso un’impresa specializzata nelle disinfestazioni che vi dia garanzie di serietà, perché in questa battaglia la vittoria è difficile.
Tappeti e moquette
La soluzione migliore è affidare il trattamento antitarmico a una tintoria. Se volete far da voi, spruzzateli con un insetticida a contatto oleoso curando in modo particolare le parti che sono sotto i mobili e i radiatori, nonché il rovescio, a meno che sia inattaccabile dagli insetti in questione. Se avete motivi di temere la presenza di quell’altro flagello, il famigerato antreno, impiegate uno degli insetticidi di cui si diceva prima, parlando di lui. Un ultimo consiglio per i tappeti di valore: dateli in custodia, durante i mesi caldi, a una ditta specializzata. Se giudicate che non valgano la spesa, trattateli come le coperte, ma arrotolandoli invece di piegarli, e per ulteriore precauzione coprite il diritto prima di arrotolarli, con fogli di giornale: è il metodo tradizionale, ma sembra che funzioni.
Federica Damiani è una casalinga appassionata di arredamento d'interni e bellezza. Con un occhio attento per i dettagli e una passione per tutto ciò che riguarda la casa, condivide consigli pratici per rendere la tua casa accogliente e bella. Quando non è impegnata a trasformare la sua casa in un'oasi di pace, le piace sperimentare nuovi prodotti di bellezza e condividere i risultati.