L’arredamento della casa è un’arte che non ha limiti precisi. Si confonde da un lato con l’architettura degli interni e dall’altro sconfina nel cucito. Infatti anche la scelta delle tovaglie o delle lenzuola, in rapporto ai mobili, ai colori e ai volumi dei nostri locali, fa parte dell’arredamento. Ora, nella massa enorme della produzione attuale è difficile, per chi non abbia un gusto esercitato, scegliere con precisione; come è difficile attingere qualcosa di veramente valido dai consigli e dagli esempi che tutti i mezzi di informazione dedicano all’argomento della casa, anche perché in questo tipo di servizio non vengono mai affrontati problemi di fondo. Affinché anche chi è meno iniziato possa trovare in queste note un valido aiuto, è necessario procedere da alcune definizioni e da alcuni concetti di base, assimilati i quali la scelta sarà estremamente più spedita e facile. Quello che più conta è che la scelta avrà modo di diventare autonoma e personale.
Indice
Architettura degli interni
L’architettura degli interni è « l’equivalente negativo » dell’architettura; è il vuoto interno definito e limitato dalla costruzione. Essa non deve essere una conseguenza casuale del progetto, ma deve essere prevista e studiata dall’architetto sotto il duplice aspetto della funzionalità e dell’estetica. In tempi passati non è sempre stato cosi. La risoluzione estetica dell’esterno e dell’interno di un edificio era spesso la sola determinante.
In epoche in cui la struttura sociale era ancora assai semplice, potevano nascere le ville venete progettate da Andrea Palladio (1508-1580), stupende nelle proporzioni e nella perfetta fusione con l’ambiente circostante, ma prive di qualsiasi criterio di funzionalità che non fosse quello di rendere la vita comoda a pochi privilegiati in funzione del lavoro e della fatica di molti sottoposti. Palladio stesso nei suoi Quattro libri di architettura descrive una di queste ville e dichiara tranquillamente che per raggiungere la sala dei banchetti dalla cucina, bisogna attraversare « soltanto un cortile ». Oggi tutto questo non ha evidentemente più significato. La casa dell’uomo medio moderno, l’appartamento di civile abitazione, è concepito con il criterio di offrire il massimo di comodità e di funzionalità in uno spazio relativamente ristretto.
Questo non vuol dire che non sia possibile trovare soluzioni estetiche valide anche per abitazioni piccole; si può dire anzi che le esigenze, sotto questo profilo, sono aumentate. Il fatto importante, che non può essere dimenticato da chi voglia impostare correttamente l’arredamento di un’abitazione, è che le esigenze sociali ed economiche odierne, danno luogo a una architettura degli interni attuale, nella quale non è possibile ricreare ambienti del passato con la semplice immissione di mobili antichi o, semplicemente, in stile. La dimensione dei locali di oggi, il rapporto tra la loro altezza e la loro superficie, le possibilità tecniche e i nuovi materiali conferiscono loro una fisionomia inconfondibile : quella di ambienti « attuali » fatti per la vita « attuale ».
Essi non possono che essere il presupposto per una «casa attuale», definizione molto più esatta di «casa moderna», in quanto non implica l’adozione di uno stile o, peggio, di una moda. Dunque il primo concetto da assimilare, per un corretto modo di arredare la casa, è che questa non può che essere « attuale », cioè una casa comoda e bella, per gente che vive la vita di oggi. Solo a questa condizione la casa sarà « vivibile », termine introvabile sul dizionario ma che oggi è usato dagli architetti perché esprime benissimo il concetto di cui parliamo. Qualsiasi altro modo di concepire la casa darà luogo, per la più parte degli architetti, soltanto a sterili esercitazioni di gusto alle quali dovrà sacrificarsi la comodità e la spontaneità di chi dovrà abitarvi.
Moda e stile dell’arredo
Quanto è stato detto non significa però che dall’arredamento debbano per forza essere banditi i mobili antichi in favore di quelli moderni; bisogna però guardarsi dal ridurre l’arredamento a un semplice fatto di moda. La moda è l’interesse del momento per una data cosa; per un colore piuttosto che per un atteggiamento o per un gesto. Se l’oggetto di moda non è valido esteticamente, non ha molta importanza: il fatto stesso che sia di moda lo giustifica perché piace a tutti, rende tutti attuali, aggiornati, moderni. Ma la moda cambia presto e ciò che era sulla cresta dell’onda ieri, appare oggi stonato, ridicolo. Per l’appunto fuori moda.
Il ciclo continua, e molto tempo dopo l’oggetto di una moda lontana torna sotto il fuoco dell’attenzione generale ma questa volta sono i suoi veri valori estetici, il suo «stile» che rispecchia un’epoca e un costume, a renderlo definitivamente interessante. Questo è il caso dei mobili antichi, a qualsiasi stile essi appartengano. Sarebbe però un errore credere che la moda sia, nell’arredamento, un apporto soltanto deteriore; siamo tutti soggetti alla moda, ma dobbiamo essere attenti e capaci di distinguere tra le sue manifestazioni esagerate e volubili e quelle che saranno effettivamente destinate a diventare le testimonianze del nostro tempo.
È un esercizio questo, di affinamento della sensibilità estetica, cioè di gusto, che è necessario fare se si vuole che la nostra casa, al di fuori delle possibilità materiali di ciascuno di noi, sia bella, viva e che duri nel tempo. Ciò che abbiamo finora esposto può essere già applicato. Prima di tutto, indipendentemente dallo stile dei mobili, il taglio dell’appartamento sia assolutamente moderno. La nostra vita ha l’impronta dei nostri giorni e la casa per servirci, vi si deve adeguare. Una cucina immensa ma lontana dalla sala da pranzo, come nell’esempio del Palladio, sarà sempre scomoda, dato che « oggi » il personale di servizio non è più alla portata di tutti.
In secondo luogo, volendo procedere al rinnovamento sostanziale della casa, si dia la precedenza, secondo le necessità, a quei mobili che possono veramente renderla « attuale» nel senso che si è detto; ai contenitori, cioè agli armadi, perché una casa non può vivere senza un ordine razionale di tutti gli oggetti che la compongono; ai divani e alle poltrone perché i sedili moderni sono fatti per un modo moderno di stare, basti pensare alle poltrone massaggianti, di ricevere gli amici, di riposare, modo che non è paragonabile a quello di epoche passate. In uno schema del genere si inseriranno benissimo i pezzi antichi.
La moda sarà in ogni caso presente negli accostamenti dei colori e nelle stoffe da rivestimento. Ma soprattutto è importante essere moderni e, sia pure, « alla moda » nel ripudiare vecchi preconcetti di arredamento, come quello, a esempio, che la luce debba piovere sempre dal centro della stanza, oppure che il fregio e lo stile della credenza debba per forza ripetersi sullo schienale della sedia o sulle gambe del tavolo. In ogni caso il metodo migliore per non subire gli effetti deteriori della moda nell’arredamento è quello di non pensare di doversi fare una casa « alla moda ». L’unico pensiero sia quello di riempire la propria casa di se stessi, dei propri oggetti, dei propri ricordi, della propria personalità.
Lo spazio
L’architettura degli interni rappresenta dunque la premessa imprescindibile all’arredamento corretto. Generalmente chi abita una casa non ha modo di intervenire in maniera sostanziale sull’architettura degli interni, a meno che non commetta direttamente la costruzione. Ciò non di meno il grande movimento dell’architettura moderna, servendosi delle nuove possibilità tecniche, ha creato una tipologia di appartamenti progettati secondo una distribuzione degli spazi del tutto nuova. Le premesse strettamente funzionali si concretano poi in risultati estetici particolari. Dalla pianta di una tipica casa di abitazione del secolo scorso si rilevano le seguenti caratteristiche:
Il sistema costruttivo, basato su muri perimetrali e sul « muro di spina » di grande spessore, porta inevitabilmente alla creazione di un lungo corridoio che disimpegna una serie di stanze una in fila all’altra.
Funzionalmente, con un tale schema, non è possibile individuare gruppi di ambienti affini.
Il lungo corridoio rappresenta spazio sprecato ai fini della «vivibilità» della casa.
Non è possibile creare alcuna « sequenza estetica » da un ambiente all’altro perché non esiste praticamente un’architettura degli interni.
Una casa concepita secondo criteri funzionali, ha le seguenti caratteristiche:
Sono individuabili tre gruppi di locali, distinti secondo la loro funzione: il gruppo notte, composto dalle camere da letto e dal bagno, il gruppo giorno, dedicato alla vita diurna. Esso comprende il soggiorno vero e proprio e la zona del pranzo. Infine il gruppo dei servizi, comprendente la cucina, il bagno di servizio e il locale guardaroba.
I tre gruppi sono divisi tra loro e, al tempo stesso uniti, da piccoli disimpegni dalla superficie limitata.
Non esiste più, specie nel gruppo diurno, una netta divisione tra un locale e l’altro. Lo stesso soggiorno fa da disimpegno al gruppo notte.
La struttura in cemento armato non obbliga più il libero sviluppo degli ambienti e permette la creazione di una vera architettura degli interni. L’applicazione di questi concetti dà allo spazio della casa una flessibilità di uso molto maggiore.
La flessibilità dell’uso dello spazio è il secondo concetto fondamentale sulla strada dell’arredamento esatto. È abbastanza facile intravedere gli sviluppi futuri di questa concezione della casa; essa è legata alle caratteristiche sociali del nostro modo di vivere; ai nostri rapporti con la famiglia, con gli amici, con il personale di servizio. In una società con un tenore di vita più elevato e con differenze sociali livellate, la casa dovrà piegarsi a usi diversi e la flessibilità dello spazio sarà maggiormente necessaria.
Lo spazio in funzione dell’arredamento
Sulla scorta di quanto detto finora ognuno può procedere all’esame pratico del grado di utilizzazione dello spazio della propria casa. A questo fine esaminiamo, per esempio, un appartamento a pianta tradizionale costituito da ingresso, salotto, sala da pranzo, camera matrimoniale, camera dei figli, cucina e guardaroba. Si può dire innanzi tutto che quando un locale viene usato per un periodo di tempo inferiore alle otto ore, è un locale praticamente sprecato. Cosi, l’anticamera, usata solo per il passaggio, non totalizza in tutto il giorno più di un’ora di permanenza.
Cosi il salotto, chiuso e non comunicante con gli altri locali ; spesso la sua utilizzazione è di zero ore su ventiquattro. Cosi pure la sala da pranzo, usata mezz’ora al mattino e mezz’ora alla sera. Per quanto riguarda le camere da letto, la loro utilizzazione dipende principalmente dall’arredamento. Infatti un arredamento tradizionale consentirà al massimo di usarle per il riposo notturno, mentre un arredamento che permetta la loro trasformazione in luoghi di studio o di svago (nel caso della camera dei figli) o in soggiorno privato (nel caso della camera matrimoniale) porterà l’utilizzazione in ore da 8 (periodo notturno) a 20 (periodo notturno più periodo diurno).
Questo esame può essere esteso anche agli ambienti di servizio, anche alla cucina. Per essa trarremo delle osservazioni importanti sulle sue dimensioni, sul modo con cui l’abbiamo arredata e sulle possibilità eventuali di miglioramento. Le considerazioni precedenti portano a conclusioni di vario genere.
È inutile, in una casa media, sprecare dello spazio in disimpegni, ingressi, anticamera. Una opportuna ubicazione della porta di ingresso all’appartamento o la creazione di un diaframma, permette di accedere direttamente al soggiorno.
È inutile riservare spazio prezioso al salotto usato solo in circostanze saltuarie; è altrettanto inutile riservare un intero locale al pranzo; meglio unirli abbattendo il tavolato e creare un più vasto e comodo soggiorno dove la vita comune possa svolgersi in modo più sciolto e consono alle esigenze.
È bene che l’arredamento assecondi la flessibilità dello spazio, specialmente nelle camere da letto, in modo da consentire il doppio uso diurno e notturno.
Può essere talvolta necessario, allo scopo di realizzare questi concetti, intraprendere piccoli lavori murari quali appunto l’abbattimento di un tavolato o l’eliminazione di una porta. Caso per caso si potrà valutarne la convenienza o no, in funzione della spesa, del tipo di casa in cui si abita (propria o in affitto), dei programmi futuri.
Arredamento fluido
Paragonando l’appartamento a un contenitore e l’arredamento al contenuto, si nota subito che, nel caso che questo ultimo sia costituito da grossi elementi, si adatterà male al contenitore, lasciando grandi spazi vuoti, mentre se sarà composto da piccoli grani, questi andranno a riempire tutti gli angoli e gli anfratti del contenitore, adattandovisi perfettamente. Da questo paragone deriva il concetto di arredamento fluido, per definire il quale è forse meglio dire cos’è l’arredamento rigido. Tutti noi abbiamo visto nelle case dei nostri genitori e, forse, abbiamo ancora nelle nostre, i cosiddetti ambienti completi ; cioè il gruppo di mobili affini per colore di legno e per decorazione, destinati a arredare completamente un locale.
Nel caso della camera da letto l’ambiente completo è costituito dal letto, naturalmente; dai comodini, dal comò, dall’armadio e, qualche volta da un mobile toilette. Quando si tratta invece della sala da pranzo, oltre al tavolo e alle sedie compaiono il buffet, il controbuffet, spesso una cristalliera. Lo stesso criterio di affinità tra mobili lega i componenti del salotto e di ogni altro ambiente. Orbene, questo tipo di arredamento rappresenta i grossi elementi che non si prestano agevolmente a essere distribuiti nel contenitore-appartamento. Esso è un retaggio di tempi in cui l’arredamento di un locale era fisso e immutabile nel tempo. A creare un’unità completa concorreva anche la decorazione delle pareti e del soffitto. Non esisteva infatti, una volta, il problema di cambiare casa, non essendo generalizzata la casa in affitto e quindi un tale modo di concepire l’arredamento era pienamente giustificato.
Noi oggi dobbiamo invece tener conto di un periodico avvicendamento nei locali di una casa, oltre ai mutamenti che si rendono necessari anche in una casa di proprietà, attraverso il tempo. Si pensi infatti che la fisionomia e la composizione di una famiglia cambia completamente nell’arco di dieci-quindici anni. Ecco dunque, alla luce di queste considerazioni, farsi strada il concetto di arredamento fluido, di un arredamento composto di pezzi singoli e di mobili componibili con i quali realizzare una grande varietà di soluzioni per uno stesso ambiente. A questo tipo di arredamento possono appartenere anche gli armadi, apparentemente fissi e inamovibili. In realtà esistono oggi tipi di armadi componibili in altezza e in lunghezza, con i quali si possono creare intere pareti. In caso di trasloco questi armadi non saranno certo di ingombro perché, scomposti nei loro elementi base saranno facilmente trasportabili e, nella nuova casa potranno essere ricomposti in misure e sequenze diverse.
In un arredamento cosi concepito c’è posto anche per i mobili antichi. Sgombrato il campo dal preconcetto di dover ricreare ambienti in stile, ogni mobile antico vivrà nella composizione come pezzo singolo. Potranno quindi convivere mobili di stile diverso insieme a mobili modernissimi, resi tutti contemporanei della nostra cultura, dal nostro interesse e dalla nostra sensibilità. Ora appare chiaro che su questo canovaccio di idee e di concetti, è possibile tessere qualsiasi tipo di casa, perché in tal modo non si è voluta ricercare una determinata soluzione, bensì un filo conduttore valido per tutti i casi. Naturalmente i problemi relativi all’arredamento sono molti. L’illuminazione, per esempio. Ci si può veramente sentire sperduti nella massa enorme di tipi di lampade che oggi vengono prodotte. La casistica sarebbe infinita e non porterebbe veramente a nulla. Anche qui è meglio attenersi a un concetto generale: « la luce dove serve ». Si resterà sorpresi nel constatare come un principio strettamente funzionale possa dar luogo a soluzioni estetiche molto interessanti.
Infatti il sistemare le fonti luminose nei punti dove effettivamente sono necessarie dà luogo a effetti nuovi di luci e di ombre, effetti che il lampadario centrale, il quale spesso non ha ragione di essere, non può dare. Comunque alla base di ogni problema riguardante la casa deve esistere una molla, un movente senza il quale ogni problema resta senza soluzione: l’interesse, l’amore per la casa stessa e per tutte le manifestazioni che la riguardano. Nell’ambito di questo interesse rientrano i libri, i quadri, gli oggetti, le raccolte, le piante, i ricordi, ogni cosa insomma, che abbia il diritto di entrare a far parte della nostra intimità. L’amore per la casa impedirà poi che le nostre cose si adagino in una stasi che finirebbe per ucciderle, ma al contrario le sottoporrà continuamente a un dinamismo, a una variazione di posizione e di rapporti. tale da riproporcele sempre come nuove. Solo cosi la casa potrà essere il nostro specchio; viva come lo siamo noi, partecipe del presente come noi stessi creiamo minuto per minuto il presente.
Federica Damiani è una casalinga appassionata di arredamento d'interni e bellezza. Con un occhio attento per i dettagli e una passione per tutto ciò che riguarda la casa, condivide consigli pratici per rendere la tua casa accogliente e bella. Quando non è impegnata a trasformare la sua casa in un'oasi di pace, le piace sperimentare nuovi prodotti di bellezza e condividere i risultati.